Quando ho scoperto lo Yoga
- Femi
- 26 mar 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 2 apr 2019

Quando ho iniziato a praticare Yoga, circa 26 anni fa, la mia voce era un sussurro, le persone faticavano a sentirmi, quando a lezione la Maestra ci chiedeva un feedback io non parlavo mai – non ero timida – la timidezza è una falsa definizione – in realtà mi nascondevo, volevo essere invisibile, sapevo di non essere allineata, mi sentivo diversa, temevo di non essere accettata e quindi stavo in silenzio e in disparte.
Lo Yoga mi ha permesso di “avere voce”, di capire che non ero diversa, ero semplicemente unica, come unici siamo tutti su questo pianeta e che cercare di omologarsi fa solo danni, a volte anche molto gravi.
Sono 26 anni che pratico e 20 che insegno e continua la stupefazione per come è cambiata la mia vita e per come continua a cambiare, per la bellezza che c’è nel cuore del Mondo.
Quando ho iniziato a praticare Yoga erano circa 2 anni che ci pensavo, prendevo volantini, chiedevo informazioni, leggevo articoli e poi ....non facevo nulla ( vi ci riconoscete?) e poi finalmente, era il 1993,
prenoto una lezione prova...
Il corso si teneva nel salone di un asilo: pavimento di marmo, niente spogliatoio, bagni piccolissimi perché a misura di bimbo, luci al neon, niente tende...insomma nulla dell’apparenza che nell’immaginario di molti si identifica con lo Yoga.
Certo, i centri Yoga sono molto belli, atmosfere ovattate, luci soffuse, tappeti, legno, moquette, fontane d’acqua, statue, mandala, yantra, geodi ecc; però come disse Vivekananda: “ non c’è alcun merito a trovare la pace sull’Himalaya”.
Lo Yoga è la pratica, non gli arredi, non l’estetica del luogo; l’Italia è piena di centri Yoga ricchi di apparenza e privi di contenuti; così come ci sono Maestri la cui trasmissione è preziosa e trascende il luogo.
Tornando alla lezione prova...è stata subito amore, un amore che non ha mai smesso di fluire e la cui intensità mi stupisce ogni giorno.
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