Asana: da che lato iniziare
- Femi
- 11 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Durante l'esecuzione di un'Asana è importante guidare ad ascoltare le differenze tra destra e sinistra, lasciando cadere ogni intenzione di confronto.
Se l'Asana è lateralizzata, cioè richiede di essere eseguita sui due lati, dopo aver sperimentato un lato l'esperienza sull'altro lato è importante sia vissuta come nuova, se erroneamente invitassimo al confronto con il lato che ha già praticato il livello di consapevolezza inconsciamente calerebbe e si tenderebbe a fare una replica - è importante condurre all'ascolto per far prendere consapevolezza delle differenze, mai al confronto.
Iniziare da un lato piuttosto che dall'altro è fondamentale per la qualità dell'energia che ci si prefigge di muovere.
Nella pratica più dinamica quasi sempre le Asana si realizzano prima a destra, quindi si attiva per prima l'energia maschile, dato che si tratta di un'energia competitiva, questa è la traccia energetica che rimane; inoltre il primo lato che si muove è quello che viene agito più direttamente sul piano energetico, mentre il secondo viene agito più direttamente sul piano fisico - però il discorso è più complesso - dato che si tratta dell'energia dell'azione è anche un'energia di apertura, è un'energia che ci porta verso gli altri ed è l'energia che attiva Agni - il fuoco.
Diversamente, se le Asana vengono praticate prima a sinistra si attivano le energie di connessione tra Terra e Cielo e Apa (o Jala), l'acqua - quindi è più facile scollegare il mentale e aprirsi all'energetico/emozionale, e quindi all'ascolto del proprio mondo interiore.
Non esiste dunque un modo giusto o un modo sbagliato, deve essere profondamente chiaro, per chi guida la pratica, il risultato verso il quale è più costruttivo condurre il gruppo in quella lezione.
Il Maestro deve focalizzarsi nel qui e ora durante tutta la pratica.

foto Steve Mc Curry - Monaci buddhisti sotto la pioggia ad Angkor Wat - Cambogia - 1999
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